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Un tempo il lusso era nei boschi
“Lucus”, il bosco sacro. Radura abitata della divinità. Dalla radice “leuk-“, la stessa da cui derivano “lux lucis”, la luce, “leuk-sna”, la Luna (la luminosa), “leuk-strare”, lustrare (purificare mediante sacrificio) e “luxuria”, che in latino siginifica sovrabbondanza, esuberanza della vegetazione.
Oggi, lusso e ricchezza, sono oggetto delle frenetiche attività dell’essere umano, nelle forme più disparate, a scapito spesso di luoghi e persone.
Eppure, un tempo, il lusso era nei boschi. Quelli in cui si amministrava la giustizia, i boschi sacri ad Adrastea – Nemesi (“nem-” > dividere/tagliare) dea della distribuzione e della suddivisione tra ciò che spetta agli uomini e ciò che spetta agli dei, che puniva chi superava il limite del consentito.
Un tempo il lusso era un ambiente vivo, rigoglioso, abbondante di frutti e spiritualità.
Un tempo eravamo ricchi nei boschi. Quando avevi non più di quello che serviva, quando si rispettava la sacralità della vita.