- NOME: Crataegus monogyna
- FAMIGLIA: Rosaceae
Descrizione
Piccolo albero, ma più spesso arbusto a fogliame deciduo; cespuglioso, con radice fascicolata; tronco sinuoso con corteccia compatta che nelle piante giovani è liscia di colore grigio-chiaro. I ramoscelli sono di colore bruno-rossastro, quelli laterali terminano frequentemente con spine aguzze e scure. Altezza generalmente fra 2÷5 m, ma può raggiungere anche i 12 m; ha una crescita molto lenta e può vivere sino a 500 anni.
Proprietà
Diuretiche, ipotensive, astringenti, antispasmodiche, sedative, vasodilatatrici, antidiarroiche. Il Biancospino viene utilizzato per placare il senso di angoscia e di oppressione e l’inquietudine. L’uso terapeutico della pianta è attestato sin dal XIII secolo, ma nei vecchi manuali si trova trattato il Biancospino ancora accanto ai digitaloidi e, questa originaria interpretazione, ha portato a confusione. Oggi è invece provato, che il Biancospino è realmente una vera e propria pianta medicinale per il distretto cardiaco e per le patologie circolatorie. Viene chiamata la “valeriana” del cuore, in quanto è un ottimo tonico stimolante cardiaco, dilata le arterie coronariche migliorando l’afflusso del sangue, elimina le aritmie e riduce i livelli di colesterolo.
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Usi Antichi e Cenni Storici
Presso siti archeologici risalenti al Neolitico si sono rinvenuti semi dei frutti del Biancospino, questo fa ritenere che fossero consumati come alimento. Nell’antica Grecia e a Roma il Biancospino era considerato una pianta fortemente simbolica legata alle idee di speranza, matrimonio e fertilità. I romani ponevano le foglie nelle culle dei bimbi per allontanare gli spiriti maligni. In epoca pagana il re e la regina di maggio erano uccisi alla fine della stagione di crescita; di qui è forse sorta l’ambiguità odierna che vede il Biancospino sia come simbolo di speranza, sia come presagio di morte.