Carciofo

  • NOME: Cynara Scolimus L.,
  • FAMIGLIA: Asteraceae
descrizione dei carciofi

Descrizione

Il carciofo è una specie molto robusta; è una pianta erbacea perenne che sopravvive grazie alla presenza di specifiche gemme poste a livello della superficie del terreno.
L’asse fiorale è eretto, ramificato durante il periodo della fioritura, robusto, striato e presenta foglie alterne. Le ramificazioni dell’asse portano verso la fine le infiorescenze. L’altezza è variabile, da 40 cm sino a 250 cm.
I fiori sono ermafroditi, tubulosi, simili agli altri della famiglia delle Asteraceae e sono riuniti in una infiorescenza a capolino chiamata calatide. 

Proprietà

La parte commestibile del carciofo, quella utilizzata per i nostri piatti in cucina, rappresenta il fiore della pianta; anche in questa sua parte, il carciofo presenta le sue proprietà, ma sicuramente la maggiore quantità di principi terapeutici è esercitata dalle foglie; queste sono utilizzate in fitoterapia per l’azione depurativa a livello del fegato, per diminuire il tasso di colesterolo, per l’azione diuretica, ipoglicemizzante, per favorire la secrezione di bile e per regolare la funzione della cistifellea; in pratica questa pianta svolge una potente azione depurativa dell’organismo, favorendo una migliore attività del fegato; è consigliabile anche in caso di stitichezza, e ai diabetici, in caso di ritenzione idrica.

Utilizziamo le sue proprietà in questo prodotto.


Raccolta

Il carciofo cresce bene su terreni fertili, freschi e profondi, di medio impasto e senza ristagni idrici, tendenzialmente neutri;tuttavia riesce ad adattarsi anche a terreni più o meno marcatamente sabbiosi e sopporta anche una certa salinità.
L’operazione di ” despinatura” potrebbe non essere tra le più invitanti ma è necessaria per la maggior parte delle piante. Per la raccolta si consigliano naturalmente buoni guanti o meglio guantoni e per la raccolta dei carciofini selvatici è necessario attrezzarsi anche di affilatissimi coltelli a manico lungo, questi ultimi buoni anche per la raccolta delle foglie che spesso sono riccamete provviste di spinte molto pungenti.

Usi Antichi e Cenni Storici

Anticamente questa pianta veniva utilizzata come diuretico e, solo verso il 1500, si iniziò ad utilizzare come rimedio ai danni del fegato e contro l’itterizia. Ma è solo in questi ultimi anni che si è dimostrata la sua reale utilità nella cura delle affezioni epato-biliari

Studi Contemporanei

Negli ultimi tempi è aumentato l’interesse per questa specie come fonte di sostanze con proprietà terapeutiche. Queste derivano principalmente dal metabolismo dei fenilpropanoidi e dei flavonoidi, quali: acido clorogenico, acidi di-caffeoilchinici (vedi: cinarina), acido caffeico e luteolina. L’azione farmacologica principale della cinarina riguarda le sua potenzialità nel limitare la biosintesi di colesterolo ed inibire l’HIV-integrasi.