- NOME: Syzygium aromaticum
- FAMIGLIA: Myrtaceae

Descrizione
E’ un albero sempreverde alto fino a 10-12 metri; la corteccia è giallo-grigiastra; la chioma è conica negli esemplari giovani, tondeggiante in quelli adulti. Le foglie viste in trasparenza mostrano dei punti traslucidi dovuti alla presenza di ghiandole che producono olio essenziale. L’infiorescenza, posta al termine dei rami, è una specie di ombrello contenente 20-25 fiori; la corolla è composta da quattro petali rossastri ovali saldati fra loro. Il frutto è una bacca di forma allungata; generalmente ha due logge contenenti numerosi semi.
Proprietà
Analgesiche, Antisettiche, Aperitive, Aromatizzanti, Carminative, Digestive, Stimolanti. I chiodi di Garofano sono anche utili vermifughi, ma le loro più importanti proprietà medicinali sono quelle analgesiche e antisettiche. Queste prerogative sono attribuite alla presenza di eugenolo che esercita un’elevata azione disinfettante soprattutto per la cavità orale: esso è un componente insostituibile di dentifrici medicati e collutori nonché di preparati atti a purificare l’alito, tonificare le mucose ed esercitare un efficace effetto sedativo in caso di mal di denti. L’odontoiatria utilizza ancor oggi l’ eugenolo per disinfettare le cavità dentarie durante la cura della carie e per attenuare il dolore.
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Raccolta
Il momento della raccolta inizia subito dopo la stagione delle piogge, quando i fiori cominciano a virare verso il colore rosa. La raccolta può avvenire a mano o battendo l’albero per farli cadere. I boccioli fiorati vengono separati dal peduncolo e lasciati essiccare al sole o in prossimità di una fonte di calore finché non diventano del classico colore marrone che noi tutti conosciamo.

Usi Antichi e Cenni Storici
Diffusissimi in tutto l’Oriente, erano usati come ingrediente dei profumi e principio medicamentoso già nella Cina di 2200 anni fa. Già gli antichi romani (i patrizi) usavano questa spezie per le sue proprietà antisettiche, quindi per calmare il dolore ai denti. Divenne una spezie rara ma conosciuta in Europa tramite la via dell’incenso, fin dal medioevo, e Dante stesso, ne parla come fossero un bene di assoluto lusso usato dai vani scialacquatori senesi per far la brace per arrosti milionari.