Tarassaco

  • NOME BOTANICO: Taraxacum officinale (L.) Weber F.H. Wigg.
  • FAMIGLIA: Asteraceae

Descrizione

Piante con gemme poste a livello del terreno e mentre le foglie formano una rosetta basale. Specie erbacea perenne, le sue radici sono di dimensioni notevoli. Le foglie sono incise in lobi triangolari ineguali. I fiori sono di colore giallo acceso e riuniti in capolini, all’ estremità di un lungo stelo, cavo e provvisto di lattice.
A maturazione il capolino si trasforma nel caratteristico soffione che noi tutti conosciamo. I raggi del soffione sono i frutti del tarassaco.: piccolissimi acheni muniti di pappo. La fioritura avviene in aprile-maggio e a settembre.

Proprietà del Tarassaco

Da sempre il tarassaco è conosciuto per la sua capacità di stimolare le funzioni epatiche e digestive.
Tale proprietà è stata anche dimostrata dalla fitoterapia moderna e viene attribuita principalmente alla presenza di sostanze amare all’interno della pianta.
Ha inoltre una potente azione diuretica che, associata all’azione sul fegato, fa del Tarassaco un ottimo rimedio per il drenaggio e la depurazione. Questo permette un aumento dell’eliminazione di sostanze inutile e dannose dall’organismo, determinando un alleggerimento del distretto epato-renale.

Utilizziamo le sue proprietà in questo prodotto.


Raccolta

  • La raccolta delle foglie  come ortaggio fresco, può avvenire durante tutto l’anno. Quelle destinate all’ uso erboristico sono raccolte durante la fioritura, periodo in cui il contenuto di principi attivi è maggiore. Le radici invece vengono raccolte nell’autunno del secondo anno.

Usi Antichi e Cenni storici

L’uso terapeutico di questa pianta non era conosciuto nell’antichità. Nel Medioevo, secondo la Teoria delle Segnature, avendo il fiore giallo come la bile gialla, si iniziò a usare come rimedio del fegato. E come spesso accade evidenze scientifiche hanno confermato questa teoria.

Nel 1546 il naturalista Bock attribuì al tarassaco un potere diuretico, mentre un farmacista tedesco del XVI secolo attribuì alla pianta virtù vulnerarie (vale a dire capaci di curare rapidamente le ferite).

Filologia

secondo alcuni autori dal greco τάραχος tárachos disordine e da ἄκος ácos rimedio, nel senso di rimedio per ogni male; secondo Calflora, nome medioevale derivato attraverso l’arabo dall’antico persiano talkh chakok che significa erba amara; secondo The Free Dictionary, latino medioevale derivato dall’arabo tarakhshaqūn cicoria selvatica, forse d’origine persiana